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Quali sono le voci che variano a seconda del fornitore?

Solo la prima voce della bolletta (ovvero la spesa per l’energia elettrica o il gas) può variare a seconda delle condizioni economiche praticate dal fornitore. In particolare, nel Libero Mercato un fornitore può stabilire a suo piacimento la tariffa da applicare al consumo contabilizzato, oltre ad un canone fisso mensile, che prende il nome di PCV – Prezzo di Commercializzazione e Vendita per l’energia elettrica e di QVD – Quota di Vendita al Dettaglio per il gas.

Le altre voci della bolletta non dipendono dal fornitore, ovvero dall’azienda alla quale paghi le tue bollette. Infatti:

• quanto riscosso per il trasporto e la gestione del contatore viene riconosciuto al distributore, ovvero al soggetto che gestisce localmente la rete, in regime di monopolio;
• gli oneri di sistema sono definiti dallo Stato e ad esso sono dovuti;
• le imposte sono dovute allo Stato ed alle Regioni.

È quindi evidente che il fornitore non può avere alcuna discrezionalità su queste tre voci.

Per quanto tempo saranno valide le condizioni economiche proposte all’atto della sottoscrizione del contratto?

Normalmente, per 12 o per 24 mesi dalla data di inizio della fornitura (che è sempre successiva alla data di sottoscrizione del contratto). Al termine di questo periodo, le condizioni economiche saranno aggiornate secondo le modalità previste dal contratto; il fornitore è comunque tenuto a comunicare la variazione al cliente con un certo anticipo rispetto alla scadenza. Il cliente potrà accettare le nuove condizioni economiche proposte, o, nel caso non lo soddisfino, passare ad un altro fornitore.

Sento spesso parlare di offerte a prezzo fisso o a prezzo variabile: quali differenze ci sono fra le due?

Nelle offerte a prezzo fisso la tariffa che viene applicata per il consumo dell’energia elettrica o del gas non varia per tutta la durata contrattuale delle condizioni economiche (12 o 24 mesi). Il vantaggio di queste offerte è quello di poter prevedere con una certa precisione quale sarà la tua spesa. Il rischio è però quello di trovarti a pagare un importo sensibilmente più alto rispetto a quello che avresti potuto pagare con un’offerta a prezzo variabile. Infatti, in questo caso la tariffa è legata ad un indice di riferimento: il PUN – Prezzo Unico Nazionale per l’energia elettrica, il PSV o il TTF per il gas. Il prezzo variabile ti consente di beneficiare di tariffe convenienti nei periodi in cui il mercato è al ribasso; ovviamente lo svantaggio è quello di non avere un limite massimo di spesa.

I clienti più energivori o gasivori hanno un’altra possibilità: sottoscrivere un contratto a tariffa variabile ed effettuare una o più operazioni di fixing del prezzo nel corso dell’anno. In questo modo, quando gli indici di mercato sono bassi, il cliente può acquistare tutta l’energia (o il gas) di cui ha bisogno, o una parte di essa, fissando un prezzo per un periodo futuro. Per esempio, un’azienda che consuma 5 GWh/anno potrebbe acquistare 500.000 kWh di energia elettrica ad un prezzo di 0,14 €/kWh per il primo trimestre del 2024. I contratti di questo tipo vengono solitamente chiamati multiclick, e rientrano nell’ambito del portfolio management.