Fotovoltaico domestico
Scopri tutte le FAQ sugli impianti fotovoltaici domestici
Com’è fatto un impianto fotovoltaico e a cosa serve?
Un impianto fotovoltaico è formato da dei pannelli, o moduli, collegati ad un inverter. I pannelli trasformano la luce in energia elettrica in corrente continua; l’inverter trasforma la corrente continua in corrente alternata, utilizzabile per alimentare gli elettrodomestici, le lampade e tutti i dispositivi elettronici che abbiamo nelle nostre abitazioni.
Quanta energia elettrica viene prodotta da un impianto fotovoltaico?
A parità di prodotti adoperati (pannelli e inverter), la produzione di un impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori:
- Innanzitutto, dalla latitudine. Per esempio, gli impianti fotovoltaici che si trovano nel Sud Italia producono mediamente il 25% in più rispetto a quelli che si trovano al Nord.
- La stagione è un altro fattore determinante: in estate, quando ci sono più ore di luce nell’arco della giornata, gli impianti fotovoltaici producono più che in inverno.
- Il meteo è un altro fattore che incide sulla produzione: durante le giornate di bel tempo un impianto fotovoltaico produce più di quanto produca nelle giornate di brutto tempo.
- L’esposizione e l’inclinazione dei pannelli sono altri elementi da considerare. Per esempio, nell’Italia settentrionale un impianto fotovoltaico esposto a sud ed inclinato di 30° rispetto all’orizzontale produce 1.250 kWh per ogni kW di potenza installata, mentre con un’esposizione a est o ad ovest la produzione scende a circa 1.050 kWh per kW di potenza. Complicato? Ci torneremo più avanti con un esempio.
Anche il rendimento dei pannelli e dell’inverter influisce sulla produzione dell’impianto fotovoltaico, ma non in maniera così significativa come in passato. Ormai la tecnologia del fotovoltaico è ampiamente collaudata ed i prodotti dei principali marchi hanno prestazioni abbastanza simili.
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continuaQuale impianto fotovoltaico devo installare sul tetto della mia abitazione?
L’impianto fotovoltaico deve avere una potenza tale da garantire una produzione di energia elettrica adeguata alle proprie esigenze. Facciamo subito un esempio pratico: il sig. Giovanni vive in una villetta in provincia di Torino ed ha un consumo annuale di 3.750 kWh. Sulla villetta del sig. Giovanni c’è un bel tetto, con un’ampia falda esposta a sud. Il sig. Giovanni è fortunato, perché un impianto fotovoltaico da 3 kW di potenza di picco potrà produrre l’energia elettrica che viene consumata nell’arco di un anno. Come siamo arrivati a questo risultato? È stato sufficiente dividere il consumo annuale dell’abitazione del sig. Giovanni (3.750 kWh) per la produzione media di un impianto fotovoltaico esposto a sud nel Nord Italia (1250 kWh/anno).
Devo prevedere una batteria d’accumulo?
In realtà il conto fatto in precedenza è un po’ approssimativo, perché il consumo del sig. Giovanni è distribuito su tutto l’arco della giornata, incluse le ore serali e notturne, mentre l’impianto fotovoltaico produce esclusivamente durante le ore di luce. Per essere ancora più precisi, i consumi domestici sono concentrati in prevalenza nelle prime ore della mattina, poco dopo il risveglio, e nelle ore serali, ovvero in momenti della giornata in cui non c’è molta luce, o non ce n’è per nulla. A questo punto, dobbiamo fare una scelta: preferiamo immettere in rete una parte dell’energia elettrica prodotta dal nostro impianto fotovoltaico (ricevendo in cambio una piccola remunerazione), o vogliamo cercare di sfruttare al massimo la produzione per i nostri consumi, installando una batteria d’accumulo? A mio parere, non c’è una scelta giusta in assoluto; entrambe le scelte hanno una loro logica ed una loro giustificazione e, in un periodo di tempo medio lungo, alcune variabili, che influiscono sui risultati dei calcoli che possiamo fare, potrebbero cambiare, portando a risultati diversi da quelli iniziali. Quindi, evito di dilungarmi facendo ragionamenti arzigogolati e ti suggerisco di fare una scelta di pancia, oltre a verificare naturalmente che l’entità dell’investimento sia congrua rispetto al tuo budget di spesa.
Quali sono gli optional di un impianto fotovoltaico?
I pannelli e l’inverter sono i componenti i componenti principali di un impianto fotovoltaico; la batteria d’accumulo, vista al punto precedente, è invece un optional. Ce ne sono altri? Sì; innanzitutto, ci sono gli ottimizzatori di potenza, o microinverter, che dir si voglia. Cosa sono e a cosa servono? In un impianto fotovoltaico i pannelli sono collegati in serie all’inverter. Pertanto, se uno dei pannelli inizia a produrre meno di quanto dovrebbe, tutti gli altri pannelli si portano allo stesso livello di quello che sta producendo meno. Questo capita, per esempio, quando un pannello si sporca, si guasta, o viene coperto da un’ombra. Per evitare questo calo di produzione, si adoperano gli ottimizzatori di potenza, che rendono i pannelli indipendenti gli uni dagli altri. Quindi, anche se un pannello inizia a produrre meno, la produzione degli altri non cala.
Gli ottimizzatori di potenza offrono anche un altro vantaggio: quello di un monitoraggio puntuale dell’impianto, al livello di ogni singolo pannello. In sostanza, in ogni momento potrò sapere qual è la produzione di ogni pannello e potrò capire più facilmente se ci sono dei problemi di funzionamento. Diversamente, il monitoraggio avviene al livello dell’inverter, che fornisce un dato aggregato di produzione, tramite il quale non sarò in grado di localizzare esattamente la fonte di eventuali problemi. In entrambi i casi, il monitoraggio viene effettuato tramite delle applicazioni, installabili sullo smartphone o sul PC; è quindi possibile monitorare l’impianto fotovoltaico da remoto, anche quando non ci troviamo a casa.
Un altro optional è il modulo EPS, o anti-blackout, che, unitamente alla batteria, consente l’utilizzo dell’impianto anche durante i blackout di rete; diversamente, senza questo modulo, ciò non sarebbe possibile e, in caso di blackout, l’impianto di spegnerebbe automaticamente, per motivi di sicurezza.
Di quale tipo di manutenzione necessita un impianto fotovoltaico?
Normalmente non è necessario pulire periodicamente i pannelli; la pioggia che cade dal cielo è sufficiente a lavare l’impianto. Tuttavia, in seguito a prolungati periodi di siccità, potrebbe essere consigliabile effettuare un lavaggio sommario, buttando dell’acqua sui pannelli con una pompa, o un’idropulitrice, senza bisogno di sfregare con degli spazzoloni. Durante la pulizia, è importante che i pannelli non vengano calpestati, perché questo potrebbe provocare delle microfessurazioni nelle celle, che porterebbero rapidamente il pannello a fine vita.
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continuaQual è la durata di un impianto fotovoltaico? E quella delle batterie di accumulo?
Convenzionalmente si considera che un impianto fotovoltaico abbia una vita utile di 25 anni. Durante questo periodo i pannelli avranno un decadimento lineare massimo dello 0,5% all’anno. A questo bisogna aggiungere un ulteriore scostamento del 2% fra la produzione teorica realizzabile in laboratorio e quella in condizioni reali di utilizzo. Pertanto, dopo 25 anni l’impianto fotovoltaico produrrà il 14,5% di energia in meno rispetto a quando era stato appena installato. Questo è quanto viene normalmente garantito dai produttori; in realtà, la perdita di produzione è più contenuta, raggiungendo circa il 10% dopo 25 anni.
Anche per le batterie valgono considerazioni analoghe: nel tempo tende a diminuire la capacità di accumulo. Per prolungare il più possibile la durata delle batterie, l’inverter effettua mensilmente un ciclo completo di carica e scarica, grazie al quale si può ragionevolmente ipotizzare un’eventuale sostituzione non prima di 14 o 15 anni di utilizzo. Tuttavia, si tratta di una scelta non obbligata, in quanto la ridotta capacità di accumulo può essere accettabile e non rappresentare un problema per l’utente.
L’energia elettrica ceduta in rete viene remunerata?
Certamente, viene remunerata dal GSE – Gestore Servizi Energetici con le tariffe dello Scambio sul Posto e del Ritiro Dedicato. Tuttavia, l’impianto fotovoltaico si ripaga sostanzialmente tramite il risparmio derivante dal minor prelievo dalla rete elettrica. Pertanto, il sovradimensionamento dell’impianto fotovoltaico per ottenere una maggiore remunerazione dal GSE per l’energia ceduta in rete non è consigliabile.
Con un impianto fotovoltaico posso ridurre la spesa del riscaldamento?
Sì, a patto di installare una pompa di calore elettrica al posto della caldaia a gas. Questa scelta implica l’installazione di un impianto fotovoltaico e di una batteria d’accumulo di potenza e capienza adeguate. Inoltre, l’installazione di una pompa di calore è consigliabile solo in abitazioni con dispersioni contenute, ovvero dove sia stato realizzato un cappotto e siano stati sostituiti i serramenti. In tal modo, la pompa di calore non viene sottoposta ad un compito eccessivamente gravoso ed il suo consumo di energia elettrica risulta pertanto contenuto.
Avrò dei costi da sostenere quanto l’impianto fotovoltaico arriverà a fine vita e dovrò smaltirlo?
No, non dovrai pagare nulla, perché il costo dello smaltimento dei pannelli è incluso nel prezzo d’acquisto, come per qualunque elettrodomestico. L’unico costo che dovrai eventualmente sostenere è quello di un operaio che salga sul tetto per smontare l’impianto.
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